💶 Parità salariale: dal 2026 il segreto sugli stipendi sarà (finalmente) abolito

01/07/2025

Dal giugno 2026 cambia tutto. L'Unione Europea ha approvato una direttiva che mira a colmare il divario retributivo tra uomini e donne: oggi le lavoratrici europee guadagnano in media il 13% in meno rispetto ai colleghi uomini. Un dato che non fotografa solo una disuguaglianza economica, ma anche una questione sociale e culturale profonda.

🕵️ Fine del "segreto salariale"

Uno dei punti chiave della nuova normativa è l'abolizione del segreto retributivo. Le aziende non potranno più vietare ai dipendenti di parlare apertamente degli stipendi. I lavoratori avranno pieno accesso alle informazioni retributive, compresi criteri di progressione e differenze salariali tra ruoli equivalenti.

🏢 Obblighi per le aziende

Le imprese con oltre 100 dipendenti saranno tenute a:

  • Rendere trasparenti le retribuzioni in fase di selezione

  • Pubblicare report periodici sulle retribuzioni di genere

  • Spiegare (e giustificare) eventuali divari di oltre il 5%

  • Intraprendere azioni correttive quando emergono discriminazioni salariali

Per le PMI, la direttiva prevede un'applicazione graduale, con supporti e strumenti dedicati.

👩‍⚖️ Più strumenti per i lavoratori

Le novità non si fermano alla trasparenza. I lavoratori e le lavoratrici potranno:

  • Chiedere giustificazioni in caso di disparità retributive

  • Ricorrere alla presunzione di discriminazione, a carico del datore di lavoro

  • Beneficiare di azioni collettive, anche tramite sindacati e associazioni

🔍 Perché questa direttiva è importante

Colmare il gender pay gap non è solo una questione di equità: ha impatti diretti sull'economia, sulla produttività e sul benessere sociale. Una maggiore trasparenza retributiva:

  • Valorizza il merito

  • Rafforza la fiducia nelle aziende

  • Incentiva ambienti di lavoro più giusti e inclusivi

 

✏️ Conclusione

La direttiva, approvata nel 2023, dà agli Stati membri tempo fino al 7 giugno 2026 per recepirla nei rispettivi ordinamenti. È quindi il momento ideale per lavoratori, aziende e consulenti del lavoro di prepararsi: trasparenza e parità non saranno più solo obiettivi, ma obblighi di legge.

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