Lavoro e Covid: 3 posti su 10 restano liberi per mancanza di candidati con le giuste competenze

17/03/2021

La pandemia sta facendo sì che i posti di lavoro "liberi "siano tanti.

Allo stesso tempo, tuttavia, le aziende incontrano ostacoli maggiori nel trovare i profili di cui hanno ancora più bisogno.
Chi è disponibile subito, ha meno concorrenza (ammesso che abbia il profilo richiesto), poiché la propensione alla mobilità è minore.

Al riguardo, Secondo l'osservatorio Excelsior, a cura di Unioncamere e Anpal, nel 2020 un'impresa su 3 non riusciva a trovare le persone idonee a garantire 1,2 milioni di contratti di lavoro.

Le competenze digitali sono ormai richieste in 6 assunzioni su 10 e con il Covid sono esplose insieme all'aumento delle richieste per il digital marketing e in generale per l'e-commerce.

Da un'indagine di Umana e Fondazione Nord Est sugli effetti della pandemia sul mercato del lavoro, emerge la crescente importanza delle abilità trasversali, cioè profili che sappiano "gestire situazioni nuove, problemi nuovi e imprevisti".

L'80,8% degli imprenditori del turismo prevede di licenziare; il 65,2% nei settori dell'abbigliamento, calzature, tessile; il 53,7% nel commercio.
Al contrario, assumono e molto più del previsto il 78,2% delle aziende farmaceutiche; il 72,3% della filiera della sanità; il 46,3% della logistica.

Si cercano ingegneri meccanici, meccatronici, informatici ma anche magazzinieri, carrellisti, operatori dei banchi dei supermercati, autisti.

I settori non colpiti dalla pandemia hanno moltiplicato le loro richieste come se stessero vivendo un periodo di grandi aspettative e, dunque, di investimenti per il futuro. La logistica, prima della pandemia, era in crisi, oggi è in forte espansione. Le richieste per il digital trust, la certificazione digitale, sono esplose.

La ristorazione collettiva perde addetti ma molti di loro hanno trovato già un'occupazione, anche migliore, nella logistica. In altri Paesi, in Francia, Belgio, Finlandia per esempio, l'offerta ai lavoratori licenziati o in mobilità di corsi di formazione, con una garanzia di outplacement, è obbligatoria.

Da noi no. L'80% delle persone, anche nella nostra attività in Italia, ha un altro contratto in sei mesi.

Fonte: Il Corriere.it

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