Antichi mestieri: il cocciaio

24/07/2021

Nel corso dei secoli, l'uomo ha fabbricato oggetti in terracotta di ogni genere, alcuni con funzione puramente ornamentale, altri di carattere sacro, altri ancora destinati all'uso quotidiano, come piatti, ciotole e vasi.

Fino a qualche decennio fa le stoviglie e le pentole generalmente erano di terracotta. Soprattutto le famiglie contadine usavano tegami, zuppiere e piatti di coccio, smaltati. Si trattava di oggetti comunemente privi di decorazioni, che costavano poco e non richiedevano tempi lunghi di esecuzione. In seguito alcuni di questi oggetti non vennero più realizzati in coccio, ma in metallo o in plastica.
La ceramica e la maiolica prodotte con sistema industriale, sostituirono, con il passare del tempo, il coccio. L'artigiano che fabbricava i cocci veniva, per l'appunto, chiamato cocciaio, ma anche pentolaio, stovigliaio e orciolaio.

Per i suoi lavori usava abitualmente creta ordinaria, sabbiosa che normalmente non lavava per risparmiare tempo. Da quest'impasto eliminava solo le pietruzze che avrebbero pregiudicato il lavoro finale. Una volta pronta la materia prima,dopo che era stata impastata con acqua, il cocciaio collocava la massa argillosa sul desco del tornio e stando seduto, con un piede azionava la rudimentale macchina imprimendogli un movimento rotatorio. Per plasmare gli oggetti più grandi, al posto del tornio si adoperava la ruota, il cui movimento era sempre prodotto dalla forza dell'uomo.
Infine, tutti gli oggetti venivano posizionati nel forno. Generalmente i cocci venivano venduti dagli stessi artigiani, sia nei mercati, sia presso le case dei contadini.
Il cocciaio quando arrivava in un paese, cercava di catturare l'attenzione della gente con urla, slogan d'effetto e qualche spettacolo improvvisato, per poi tirare fuori la sua mercanzia.

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